Isola Tiburina, location of the Fatebenefratelli hospital |
The "partisan card" for Giacomo Cesaro, father, Giuseppe, who shared this story. Issued by the "Ministry of Occupied Italy," it shows the older Cesaro was a member of the "Justice Freedom" brigade. |
The story that follows appears in Pietro Borromeo's book, Il giusto che invento' il morbo di k. (Fermento Editori, 2007). Pietro is the son of Giovanni Borromeo, a protagonist in the events described. Giuseppe Cesaro, chief of the press office of ACI (the Italian AAA), and a writer, shared the story with family on April 25, a day celebrating the 1945 liberation of Italy from the German occupation. It is reprinted here--in English translation, followed by the Italian version--with permission.
[Update 4 May 2021 - this invented disease also is known as "Syndrome K" in English, and is the subject of a new documentary of the same name, with a release date of 1 June 2021 in the US.]
During the Second World War in [occupied] Rome, there was a terrible epidemic of an unknown and dangerous illness.
Isola Tiberina with its Fatebenefratelli Hospital. |
It all began on the 16th of October, 1943, the "black Saturday" of the Roman ghetto, when the [Nazi] SS conducted a horrendous roundup, forcing 1024 people, among them hundreds of children, to board the trains of horror headed for the death camps at Auschwitz.
Dott. Giovanni Borromeo |
Those taken in--the fake sick--were put in a special ward, in isolation.
On the evening of October 16, 1943, when the Nazis arrived to search the hospital, they found the three doctors--Borromeo, Ossicini and Sacerdoti--with masks covering their faces, extremely worried about the scope of this unexpected and dangerous epidemic. The Nazis--there was a doctor among them--demanded to see all medical records, but, when asked by Doctor Borromeo to visit the sick in person, were fearful of this terrible "disease of K" and preferred, instead, to leave.
And so all the sheltered, pretend patients were saved from the Nazi horror.
But the story does not end there.
Borromeo, Ossicini and Sacerdoti continued to help Jews and partisans on a daily basis. They installed a hidden radio transmitter in the basement of the hospital in order to stay in contact with other partisans and with Radio London. They declared the pretend patients deceased from the "disease of K" and procured false documents to allow them to flee, exposing themselves to great risk in a sad historical moment in which denouncements to the Germans were the order of the day and the hospital was swarming with spies.
These three courageous physicians did not retreat before the horror and the fear, because, as Adriano Ossicini continued to assert in interviews after the war, "One must seek to be on the side of what is right, always."
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Durante
la seconda Guerra Mondiale a Roma ci fu una terribile epidemia di una malattia
sconosciuta e pericolosa.
Si
chiamava morbo di K., aveva sintomi molto gravi ed era estremamente contagiosa,
ma grazie all’intuizione di tre medici eccezionali (Giovanni Borromeo, Adriano
Ossicini e Vittorio Sacerdoti) non ci fu nessuna vittima. Tutti i malati, messi
in isolamento in un padiglione dell’Ospedale Fatebenefratelli, si salvarono
miracolosamente e così anche i medici e infermieri, nonostante il morbo di K. fosse
molto contagioso.
Iniziò
tutto il 16 ottobre 1943, il “sabato nero” del ghetto di Roma, quando le SS
fecero un orrendo rastrellamento costringendo 1024 persone, tra cui centinaia
di bambini, a salire sui treni dell’orrore per andare a morire ad Auschwitz.
Qualcuno
però riuscì a evitare i nazisti e a salvarsi, cercando rifugio proprio
sull’isola Tiberina dove il coraggioso dottor Borromeo, primario dell’ospedale,
decise di ricoverarli tutti, quasi un centinaio.
Ovviamente
bisognava compilare una cartella clinica per questi pazienti speciali. E così i
tre medici, in particolare Vittorio Sacerdoti (che in quanto ebreo era già
stato vittima delle leggi razziali e lavorava sotto falso nome all’ospedale,
protetto dal primario Borromeo), immaginarono una malattia orrenda, devastante
e contagiosa, il Morbo di K., dove la K. indicava in realtà Kesselring, lo
spietato ufficiale nazista, o secondo altre fonti, Kappler, il disumano
persecutore di Roma.
I
finti ricoverati furono messi tutti in un reparto speciale, in isolamento.
La
sera del 16 ottobre 1943, quando i nazisti arrivarono a perlustrare l’ospedale,
trovarono i tre medici, Borromeo, Ossicini e Sacerdoti con delle mascherine sul
volto, preoccupatissimi per lo scoppio di questa improvvisa e pericolosa epidemia.
I nazisti allora pretesero di vedere tutte le cartelle cliniche, dato che c’era
anche un medico tra loro, ma alla richiesta del dott. Borromeo di andare a
visitare personalmente i malati, ebbero paura di questo terribile morbo di K. e
preferirono andarsene.
E
così tutti i finti malati ricoverati in isolamento si salvarono dall’orrore
nazista.
Ma
la storia non finisce qui.
Borromeo,
Ossicini e Sacerdoti continuarono quotidianamente ad aiutare ebrei e
partigiani. Installarono una radio ricetrasmittente clandestina negli
scantinati dell’ospedale per restare in contatto con gli altri partigiani e con
Radio Londra, dichiararono morti proprio per il morbo di K. i finti pazienti e
procurarono loro documenti falsi per farli fuggire, esponendosi così a grandi
rischi, in un triste momento storico in cui le delazioni ai tedeschi erano
all’ordine del giorno e l’ospedale pullulava di spie.
Questi
tre medici coraggiosi non arretrarono davanti all’orrore e alla paura perché,
come non smetteva di raccontare nelle interviste dopo la guerra Adriano
Ossicini: “Bisogna cercare di essere dalla parte giusta, sempre”.
(Pietro
Borromeo, figlio di Giovanni Borromeo ha raccontato questa storia nel libro: Il
giusto che inventò il morbo di k. Fermento Editori, 2007)
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During the Second World War in [occupied] Rome, there was a terrible epidemic of an unknown and dangerous illness.
1 comment:
Still remember Ossicini for his long political career. One of the many decent people who helped re-build Italy after the war.
For more info, visit https://it.wikipedia.org/wiki/Adriano_Ossicini (also in English)
Thanks for the post
massimo
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